E da allora ho davanti agli occhi il tuo viso.
Il tuo volto sofferente che si apriva in un sorriso sincero ogni volta che mi vedevi.
Non ho mai capito cosa ho fatto per meritare un così grande affetto da parte tua.
Non so perché ti fidavi di me, mi aprivi il tuo cuore.
E riuscivi a far uscire, tra le pieghe della malattia, un dolcissimo sorriso solo per me.
Ti sento qui.
E rivedo tutti questi anni in cui mi accoglievi sempre con un abbraccio.
Ti vedo ridere e ammiccare chiedendomi della mia vita sentimentale, dandomi consigli sull'uomo giusto.
Ti vedo informarti della mia famiglia, chiedermi di sedermi sul tuo letto e parlare.
Ti sento materna, mentre alzi gli occhi al cielo dicendomi che avresti pregato il tuo Dio per me, per il mio futuro.
Ti vedo metterti la mano sul cuore e dirmi che sentivi che avrei passato quell'esame, che mi sarei laureata, che avrei trovato un lavoro.
Ti vedo a prendermi in giro, a ridere a crepapelle, a dire orgogliosa a chiunque incontrassi che io sono la tua dottoressa. Che io sono brava.
Ti vedo pronta a darmi coraggio, ad insegnarmi ad essere ottimista. Tu a me.
Ti vedo fiera e coraggiosa a combattere per anni, quando ti dicevano mesi.
Decisa a non mollare, ad aggrapparti ad una vita di cui volevi vivere intensamente ogni attimo.
Ti vedo terrorizzata a cercare conferme che non posso darti. Impotente di fronte al vuoto.
E allora mi sorridi e mi dici che per te non sono un'amica, sono una sorella.
Mi pesa non poterti salutare l'ultima volta. Ma forse è meglio così.
Perché voglio ricordarti come ti ho visto l'ultima volta, sorridente e scherzosa.
A sbagliare ancora l'accento sul mio nome.
Addio, "sorella".
Hai ragione, il tuo cuore è grande.