giovedì 27 ottobre 2011

'Pure una lenticchia tra le tue mani si sente una regina!'


Miglior complimento di questo...    :-)

mercoledì 26 ottobre 2011

In questo momento i miei neuroni fanno a cazzotti.
Sono medico 'effettivo' da luglio e, tranne qualche saltuario lavoretto estivo, sono disoccupata.
Si, un medico disoccupato.
Un medico che passa le giornate a leggere annunci, fare colloqui, chiamare cliniche, inviare il curriculum.
Ma a quanto pare, tutti sono onorati di conoscermi, ma nessuno mi offre uno straccio di lavoro.
Neanche temporaneo, niente.
Finché non arriva quella telefonata.
Un colloquio per un lavoro.
Con un solo dettaglio: un centro estetico.
Dico di si, ma dopo aver attaccato vengo assalita dai dubbi.
Ma perchè ho detto si?
A me non piace la medicina estetica!
Sono così disperata?
Mi attrae così l'idea di voler lavorare, di guadagnare da mandare all'aria i miei principi?
La mia etica?
Tra dieci giorni pronuncerò il mio giuramento professionale davanti al ministro.
No, non posso calpestarmi per il denaro.
E va bene se non potrò fare le vacanze, comprare i trucchi o i vestiti nuovi.
La mia etica non si calpesta.

E va bene, se dopo la mail di disdetta del colloquio, continuerò a cercare offerte di lavoro, mandare il curriculum...e sperare.
Sperare nel lavoro che più sento mio.

lunedì 24 ottobre 2011

Oggi voglio stare così,
come facevo da bambina quando nuvole misteriose raggiungevano il cuore e il cervello.
Con la testa sotto la coperta.
In un mondo in cui improvvisamente non arrivavano suoni e odori. Problemi e paure.
Nel mondo ovattato in cui riesci a sognare ad occhi aperti.
Ed oggi è così,
una pausa dal mondo vero.

domenica 23 ottobre 2011

Inventare, cuocere, sporcarsi, assaggiare, decorare...
Amare con un piatto.







Questa è la mia domenica preferita.

sabato 22 ottobre 2011

La 'mia' ricerca della felicità...

Sono infelice perché non ho ancora un lavoro.
Sono infelice perché ho un conto corrente in rosso.
Sono infelice perché non ho un uomo che mi ami.
Sono infelice perché non posso avere una casa tutta mia.
Sono infelice perché non posso avere adesso un figlio.

Ma...

Sono felice perché ho realizzato il mio sogno di bambina.
Sono felice perché ho una famiglia splendida.
Sono felice perché il mio lavoro è dentro di me.
Sono felice perché tu, mamma, mi comprerai il vestito per il mio giuramento davanti al ministro, senza neanche pensare che avrei dovuto comprarlo da sola.
Sono felice perché il mio sorriso adesso è più bello.
Sono felice perché i tuoi occhi si illuminano quando assaggi ciò che ho preparato per te.
Sono felice perché sei geloso di me.
Sono felice perché vivo in una casa calda, bella e confortevole.
Sono felice perché tu, bimbetto nero che mi davi il cinque e giocavi con me, mi corri incontro abbracciandomi quando mi incontri per strada.
Sono felice perché tu, donna malata del più brutto dei mali, aspetti me per le terapie e mi consideri tua sorella.
Sono felice perché non devo preoccuparmi di trovare qualcosa da mangiare.
Sono felice perché, quando con i tuoi occhi disperati mi dici che fai solo un pasto al giorno, posso fare del mio meglio per recuperare integratori e ricostituenti che ti diano sollievo.

Sono felice perché mi sveglio ogni mattina e ho tutto ciò di cui ho bisogno.

Ma soprattutto, sono felice perché il mio cuore si stringe quando vedo, conosco e tocco quanto sia difficile il mondo là fuori.

venerdì 21 ottobre 2011

Profumo di toast la domenica mattina.
Profumo di pasta al forno di ritorno da scuola.
Profumo di pane della nonna.
Profumo di papà mentre cerca di farmi studiare matematica.
Profumo di coccole e abbracci di mia sorella.
Profumo di segreti tra fratelli.
Profumo di mamma mentre mi ascolta ripetere italiano, filosofia o anatomia.
Profumo di melanzane ripiene al forno.
Profumo di casa.
Profumo di ricordi.
Profumo di famiglia.
Profumo di amore.

giovedì 20 ottobre 2011

E' tanto, tantissimo tempo, che questo blog non raccoglie i miei pensieri.
Ho continuato a postare poesie, brani, parole che sentivo a me vicine. Ma di miei post aggrovigliati come i miei pensieri in testa, neanche l'ombra.
E ora mi ritrovo qui, tazza di tisana in mano, a riflettere.
Mi sembra di aver abbandonato una mia creatura, nata con me e per me -a tratti- indispensabile.
Mi sento quasi ingrata ad aver usato questo spazio solo per i miei momenti terribilmente no o per quelli terribilmente si.
Come se nel mezzo non ci fosse niente.
O come se, nel momento in cui le acque nel mio cuore e nel mio cervello si placano, io sentissi di non avere niente di interessante da dire.
Ma forse è proprio ora che il sorriso mi accompagna quasi tutti i giorni, che posso mostrarvi quanto di bello c'è dentro di me.

giovedì 13 ottobre 2011

'Ho imparato che puoi dire molto di una persona dal modo in cui si comporta in quattro situazioni: un giorno di pioggia, gli anziani, lo smarrimento dei bagagli e le luci aggrovigliate dell’albero di Natale.
Ho imparato che, qualunque sia la relazione che hai con i tuoi genitori, ti mancheranno quando non ci saranno più nella tua vita.
Ho imparato che guadagnarsi “da vivere” non è la stessa cosa che farsi “una vita”.
Ho imparato che la vita a volte ti dà una seconda possibilità.
Ho imparato che non è necessario passare tutta la vita con un guantone da baseball da ricevitore in entrambe le mani. Devi imparare a restituire qualcosa.
Ho imparato che se insegui la felicità, ti eviterà. Ma, se ti concentri sulla tua famiglia, sui tuoi amici, sui bisogni degli altri, sul tuo lavoro e sul fare il meglio che puoi in ogni situazione, la felicità ti troverà.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione a cuore aperto, di solito prendo la decisione giusta.
Ho imparato che non devo essere tutto d’un pezzo anche quando sono in pena.
Ho imparato che ogni giorno, dovresti andare verso qualcuno e toccarlo. La gente ama il contatto umano, il tenersi per mano, un abbraccio caldo, o solo un’amichevole pacca sulla spalla.
Ho imparato... che ho ancora un mucchio di cose da imparare.'

lunedì 3 ottobre 2011

'E' la bolla, la sfera incantata della loro intimità, della loro uni­cità, il luogo della loro verità, del­la loro fedeltà, della loro felicità. Il luogo in cui si danno tutto ciò che desiderano. Ma, al suo inter­no, essi devono restare personali­tà distinte, libere, con propri gu­sti, proprie esperienze di vita, in modo da avere tante cose da rac­contare all’amato. E devono pos­se­dere propri punti di vista per di­scutere. Nella bolla gli amanti non sono due fratelli siamesi, re­stano separati ma, poiché si ama­no e sono totalmente comple­mentari l’uno all'altro, si cerca­no, si desiderano. Il grande amo­re è fatto a un tempo della man­canza e della sua eliminazione, della distanza e dell'abbraccio che l'annulla. Non può esserci de­siderio e quindi felicità senza la mancanza e, a ogni incontro, hanno l'esperienza sublime di trovare ciò che hanno sempre cer­cato, esattamente come la prima volta che si sono innamorati.

L'amore non è uno «stato» co­me una lastra di marmo, ma un sistema ricco di energia quindi è fatto da onde come il mare, come la luce. Il desiderio nasce dalla di­stanza, una distanza che si crea ogni volta grazie alla diversità, alla autonomia e alla libertà dei due amanti e che si colma ogni volta attraverso l'incontro. E in ogni incontro essi si reinnamora­no. L'amore dura solo reinnamo­randosi continuamente. Nel grande amore totale in ogni in­contro, anche dopo moltissimi anni, i due amanti si dicono che non avrebbero mai immaginato che fosse possibile provare un piacere simile a quello che stan­no provando. Il grande amore è una continua stupefacente sco­perta.'




Francesco Alberoni