lunedì 3 ottobre 2011

'E' la bolla, la sfera incantata della loro intimità, della loro uni­cità, il luogo della loro verità, del­la loro fedeltà, della loro felicità. Il luogo in cui si danno tutto ciò che desiderano. Ma, al suo inter­no, essi devono restare personali­tà distinte, libere, con propri gu­sti, proprie esperienze di vita, in modo da avere tante cose da rac­contare all’amato. E devono pos­se­dere propri punti di vista per di­scutere. Nella bolla gli amanti non sono due fratelli siamesi, re­stano separati ma, poiché si ama­no e sono totalmente comple­mentari l’uno all'altro, si cerca­no, si desiderano. Il grande amo­re è fatto a un tempo della man­canza e della sua eliminazione, della distanza e dell'abbraccio che l'annulla. Non può esserci de­siderio e quindi felicità senza la mancanza e, a ogni incontro, hanno l'esperienza sublime di trovare ciò che hanno sempre cer­cato, esattamente come la prima volta che si sono innamorati.

L'amore non è uno «stato» co­me una lastra di marmo, ma un sistema ricco di energia quindi è fatto da onde come il mare, come la luce. Il desiderio nasce dalla di­stanza, una distanza che si crea ogni volta grazie alla diversità, alla autonomia e alla libertà dei due amanti e che si colma ogni volta attraverso l'incontro. E in ogni incontro essi si reinnamora­no. L'amore dura solo reinnamo­randosi continuamente. Nel grande amore totale in ogni in­contro, anche dopo moltissimi anni, i due amanti si dicono che non avrebbero mai immaginato che fosse possibile provare un piacere simile a quello che stan­no provando. Il grande amore è una continua stupefacente sco­perta.'




Francesco Alberoni

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