lunedì 14 dicembre 2009

Sarà deformazione professionale o sarà che la ricerca di questa professione mi sta deformando i neuroni, fatto sta che oggi mi vengono in mente solo esempi e metafore idiote.

Se dovessi scegliere la domanda più gettonata tra noi, direi "ma tu chi sei? ma cosa vuoi da me?", detto tra mille dolcissimi sorrisi.
La risposta è così semplice e così dolce da sembrare quasi assurda.
Niente e tutto.
Non voglio certezze che non posso avere, non voglio oppressioni, non voglio previsioni per il futuro, non voglio accordi, non voglio contratti.
Voglio continuare a vedere il tuo sorriso, voglio sapere che oggi, domani, tra un mese, c'è e ci sarà un tuo abbraccio per me.
Voglio sapere che sei nella mia vita.
E nel pensare a noi mi vengono in mente i globuli rossi di "Siamo fatti così".
Tra i milioni di globuli rossi ci siamo incrociati e per caso abbiamo iniziato a parlare.
Per caso ci siamo dati la mano e abbiamo diviso un pò dell'ossigeno da trasportare.
Se stessimo a pensare se è giusto o meno, se si può fare, se abbiamo diviso equamente il carico, perderemmo solo tempo, senza goderci il piacere di stare insieme, di parlare, di sorriderci, di osservarci, di camminare per mano senza dire niente o di fare gli scemi.

Forse l'esserci trovati tra milioni di simili non è solo un caso, ma se ci fa piacere essere vicini nel percorso non c'è motivo di chiedersi altro.
E non c'è motivo di credere che il viaggio non possa durare ancora.
Non possa durare a lungo.
Verso qualsiasi destinazione decideremo di andare.

Nessun commento: