venerdì 17 dicembre 2010
Un finale degno del più romantico dei film.
Vorrei che anche il mio copione fosse di attesa, di speranze.
Di illusioni e di certezze.
Vorrei un copione di lacrime e sorrisi.
Di abbracci mai dati e di baci sognati.
Di pazienza e di attese estenuanti.
Vorrei un copione da film.
Solo per avere la speranza che, alla fine di tutto,
ne sia valsa la pena.
mercoledì 15 dicembre 2010
Un plico.
Lo guardo. Lo rigiro tra le mani.
Lo studio.
Ma non sono solo fogli.
Sono desideri.
Speranze, sogni.
Delusioni, vittorie.
Incertezze, paure.
Sono quasi 12 anni di vita.
12 anni che si concretizzano in un paio di fogli.
In un sogno che rappresentano.
E' un momento bello.
Ma che non immaginavo così.
Perchè a veder scorrere questi anni di fronte ad un foglio, sono sola.
Perchè ho sempre immaginato questo momento con te accanto.
Che sorridi, che gioisci.
Che mi guardi. Orgoglioso.
Tu non ci sei.
E gli occhi si riempiono di lacrime, perchè ti ho sempre pensato accanto a me.
Tu non ci sei.
Ma chiudo gli occhi.
E per un secondo, anche uno solo, riesco a sentire il tuo odore.
E riesco a sentire il calore di un tuo abbraccio.
E in questo momento so che il mio cuore è vicino al tuo.
lunedì 29 novembre 2010
Due impiegati che giocano una silenziosa partita a scacchi in un bar del Sud.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che ha subito.
domenica 28 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010
Così, dopo la prima nota dolce, arrivava la sorpresa di quel retrogusto disgustoso.
E guardavo mia mamma con occhi interrogativi, come a chiederle il perchè permettesse una tale "crudeltà".
Lo stesso sguardo che forse avrei oggi nei confronti della vita.
Uno sguardo a chiedere il perchè non posso godermi la gioia e la dolcezza di un bel giorno, senza dover scoprire all'improvviso quel boccone amaro da mandare giù.
Un boccone amaro che conosco bene. Che ho mandato giù tante volte, lavandolo di lacrime di dolore.
Dolore che mi illudevo fosse sparito e che invece è ancora qui.
Dolore che mi fa perdere la testa e mi porta mille domande.
Oggi vorrei essere forte e non lasciarmi avvelenare.
Arriverà?
Arriverà il momento in cui questo sciroppo non sarà che un ricordo?
Perchè mi sta avvelendando l'anima.
giovedì 28 ottobre 2010
Vorrei essere un poeta per mettere in versi ciò che provo per te.
Vorrei essere un musicista per scrivere una canzone che ti arrivi dritta al cuore.
Vorrei essere un pittore per dipingere un quadro che parli d'amore.
Vorrei fare qualcosa di speciale per te, ma non ho altro che la mia semplicità.
Il mio amore per te non è eclatante, esplicito, appariscente.
Il mio amore per te si veste di quotidianità ogni giorno.
Il mio amore per te è nel sorriso che ti regalo.
Nell'abbraccio quando ci incontriamo.
Nel bacio "breve ma intenso" quando sei al lavoro.
Il mio amore per te è nel dolce sfornato per merenda.
Nel pranzo preparato per stupirti.
Nel caffè nel thermos al lavoro.
Il mio amore per te è quel senso di solitudine quando siamo lontani.
Il nodo alla gola quando sto per incontrarti.
La profonda serenità quando ti sono accanto.
E' ridere ed essere seri.
Battibeccare e rendersi conto che parliamo della stessa cosa.
Il mio amore per te è sentirti parte della mia vita e delle mie passioni.
E' sentirmi parte di te e della tua famiglia.
E' sognare una vita con te.
Il mio amore per te è guardarti negli occhi e ritrovarmi.
"...e adesso non ci sei che tu soltanto tu e sempre tu che stai scoppiando dentro il cuore mio..."
martedì 26 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
E' nato per dar sfogo a pensieri che facevo fatica ad esprimere a parole.
In questo anno ha raccolto lacrime e sorrisi.
Sfoghi e soddisfazioni.
Mi ha vista mettermi a nudo ed ammettere errori.
Piangere in situazioni che credevo insormontabili.
Ma ha raccolto anche la gioia di piccole vittorie.
Mi rileggo nel post di un anno fa e mi ritorna in mente il senso di inadeguatezza, l'incertezza del futuro, la sofferenza di una storia d'amore sbagliata.
E adesso, mentre scrivo, sorrido.
Sorrido a questa vita che sento sempre di più "la mia". Sorrido al lavoro che mi piace fare, alle persone che mi stanno accanto.
E sorrido all'uomo che adoro, che mi fa sentire una donna felice ed appagata.
Il mio futuro ora è lì, ad un passo. E lo sento sempre più vicino.
Sorrido perchè è tornato il sole. Perchè piano piano sto raccogliendo ciò che ho seminato.
E la felicità di questo momento vale tutte le lacrime versate.
Un grazie speciale a chi, attraverso questo blog, mi è stato vicino.
A chi ha avuto la pazienza di sopportare i miei momenti "no" e non mi ha mai fatto mancare parole di conforto.
Grazie a chi ha gioito con me, a chi mi ha dimostrato stima e affetto.
La mia vittoria oggi è anche un pò vostra.
martedì 19 ottobre 2010
Un'emozione così forte da togliere il fiato.
Così unica che non ha bisogno di mille parole.
Congratulazioni Xina!
I figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere.
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.
giovedì 14 ottobre 2010
E' speciale dividere tempo, sogni, emozioni con chi senti parte di te.
E pianificare un futuro insieme.
E così, è emozione anche preparare il pranzo di ritorno dall'Ikea, fare il bucato e stirare le camicie, preparare un dolce per gli amici.
E' emozione avere la sensazione di fare il proprio lavoro al meglio possibile.
E' emozione ricevere riconoscimenti, sentire l'affetto e la stima.
E' emozione sapere che il mio servizio è apprezzato.
Una giornata così semplicemente speciale come quella di oggi vale 100 giornate grigie.
Vale lottare per un sogno. Per una relazione. Per un sentimento.
Vale lottare per un mondo migliore.
Un mondo in cui non ho mai smesso di credere.
venerdì 1 ottobre 2010
martedì 28 settembre 2010
venerdì 24 settembre 2010
Non avere paura. Fidati di me e dell'amore che provo per te.
mercoledì 22 settembre 2010
giovedì 16 settembre 2010
domenica 12 settembre 2010
venerdì 10 settembre 2010
Allora ritira le proprie forze dal campo di battaglia e si concede una tregua. Persevera nella volontà, ma sa aspettare il momento migliore per un nuovo attacco...
Ritorno a scrivere dopo un lungo periodo di silenzio, che mi è servito a fare ordine nei miei pensieri.
E ritorno più rilassata, serena, consapevole e più caparbia.
Ritorno da donna.
giovedì 29 luglio 2010
Scegliere qualcuno con cui condividere un percorso.
Affrontare le situazioni difficili, sapendo di avere due braccia e due gambe in più su cui contare.
Ieri ho scalato una montagna.
1508 metri.
Io che sono donna di mare.
Io che ho paura dell'altezza, delle rocce, degli insetti.
Io che soffro di vertigini.
Io che non mi lancio mai in avventure se non riesco a calcolarne bene prima i rischi.
Ieri ho scalato una montagna senza mai averlo fatto prima.
Senza sapere cosa vuol dire.
Senza conoscere il percorso, senza sapere a cosa andavo incontro.
Ho scalato una montagna con l'uomo per cui provo un sentimento fortissimo.
Ed essere accanto a lui mi rendeva forte.
Sicura.
Anche nei punti più difficili.
Anche quando pensavo di non farcela.
Eravamo insieme a ridere per il mio essere buffa.
Eravamo insieme a godere del panorama.
Eravamo insieme a combattere le mie paure. A superare poco per volta i miei limiti.
Eravamo insieme quando sono scivolata e ho avuto un attacco di panico.
Eravamo insieme quando lui è scivolato e si è fatto male al ginocchio.
Insieme. Roccia dopo roccia.
Spronandoci a dare il meglio.
Fino alla cima e alla vista da togliere il fiato.
L'amore è fidarsi del proprio compagno fino a fare cose che non ci si sarebbe mai aspettati.
Sentirsi invogliati a migliorare. A dare sempre qualcosa in più.
Amare è dare il massimo, anche nella debolezza. Nella fragilità.
E' sapere di sentire la tua voce rassicurante quando sto per mollare.
Di avere la tua mano a sorreggermi.
Amare è non aver paura di scalare una montagna perchè sono con te.
Ci sono esperienze che sembrano metafore della vita.
E la giornata di ieri è la metafora che vorrei per tutta la vita.
sabato 24 luglio 2010
domenica 18 luglio 2010
Mi sono sentita rifiutata, triste, sola.
E, come accade spesso, nel momento in cui avrei voluto solo una tregua da tutto e tutti, dovevo dare il meglio di me.
E alla fine ce l'ho fatta.
Mi porto a casa un risultato che vale doppio.
Perchè quando qualcosa si conquista con il dolore nel cuore, diventa speciale.
Un cuore che non soffre è un cuore che non può amare.
E' un cuore che resta chiuso nella sua dimensione, che non si mette in gioco, che non si interroga, che non rasa tutto al suolo per ricostruire.
E alcuni sentimenti crescono e si fortificano solo sulle macerie.
Come il fuoco che brucia i campi di grano dopo la mietitura. E rende la terra così brutta. Arida. Morta.
Ma poi, quasi come un miracolo, dalla terra che sembrava ferita, riappare il verde.
Più rigoglioso che mai.
Il verde dove c'era solo fumo e cenere.
Ci sono giorni in cui mal sopporto la mia sensibilità.
Giorni in cui vorrei avere occhi e orecchie solo per me. In cui vorrei che tutto mi scivolasse addosso.
Spettatrice passiva.
Di sicuro sarei più forte, meno esposta al dolore e alle lacrime.
Ma ogni sconfitta fertilizza il campo della mia anima e la prepara ad un raccolto più fecondo.
Ogni mia lacrima, ogni debolezza, ogni disperazione, mi regala un pò di amore in più.
E dentro di me so che, fino a quando riuscirò a regalare un sorriso e un pò di affetto, la mia vita avrà un senso.
mercoledì 14 luglio 2010
giovedì 1 luglio 2010
Mi hanno insegnato che il destino non esiste.
Che siamo tessere in un mosaico, tasselli in un disegno più grande di noi.
Che l'amore, a lungo andare, paga.
Ma poi mi chiedo perchè.
Perchè spesso alcune cose sembrano non avere senso.
Perchè a volte si sa dove risiede la felicità, ma non si è nelle condizioni di averla.
Perchè incrociare la strada di qualcun altro, se poi, apparentemente senza motivo, bisogna allontanarsi.
Perchè alcune cose succedono nel momento sbagliato.
Perchè le nostre scelte non dipendono solo da noi.
Perchè, per quanto ci si impegni, si lotti, si preghi, alla fine bisogna lasciar andare...
E perchè, non basta l'amore per ricevere amore.
mercoledì 16 giugno 2010
giovedì 10 giugno 2010
E' incredibile pensare che lettere messe una accanto all'altra si trasformino in ferite per il cuore.
E' incredibile come una giornata serena possa di colpo rabbuiarsi.
E' incredibile con quale rapidità i nuvoloni irrompono nel cielo azzurro durante i temporali estivi.
E' incredibile quanto dolore possa dare la conferma di quello che prima era solo un sospetto.
Ma nonostante tutto il cuore va avanti.
Nonostante ciò che le orecchie sentono, l'intuito sospetta, il cervello elabora.
Il cuore va avanti.
E spera.
venerdì 4 giugno 2010
Vorrei avere un manuale che mi dica quando dire la cosa giusta.
Fare la cosa giusta.
Invece sembra che mi ci metta d'impegno a sbagliare.
E colleziono errori su errori, proprio quando vorrei che tutto filasse liscio.
Forse rientra nel gioco della vita.
Forse rientra nel nascere di una nuova storia.
Nel conoscersi.
Nell'assestarsi.
Nel creare le basi di un nuovo percorso.
E io ce la sto mettendo tutta.
Anche se sono un disastro.
Anche se mi muovo con la grazia di un elefante.
Anche se ogni cosa che faccio sembra essere quella sbagliata.
Però so di poter essere felice.
So di poterlo essere con te.
E, soprattutto, so di poterti regalare, giorno dopo giorno, un'alba di serenità.
mercoledì 26 maggio 2010
Ogni mattina, appena svegli, diamo per scontate tante cose.
Che avremo accanto le persone che ci vogliono bene.
Che porteremo a termine il nostro lavoro.
Che vedremo tramontare il sole.
Ma la vita è imprevedibile.
E di ogni giornata, di ogni minuto che passa, non abbiamo certezza.
Non dovremmo lasciarci scappare tra le dita l'opportunità di fare ciò che ci rende felici.
L'opportunità di far sapere a chi vogliamo bene, quanto conta per noi.
Perchè non abbiamo certezze.
E ognuno merita di sapere.
Forse sono già riuscita a farti capire quanto tengo a te.
Anche se è passato poco tempo.
Ma i sentimenti non si misurano con l'orologio.
E ti sento dentro.
Mi rendi felice.
Stamattina mi sono svegliata con una nuova consapevolezza.
Di volerti accanto a me. Ogni giorno.
Mi mordo la lingua perchè vorrei dirti una cosa.
Breve ma intensa.
Due parole.
Che so che ti metterebbero in crisi.
Che so che ti spaventerebbero.
Ma credo che tu abbia il diritto di saperlo.
Perchè, nel caso in cui non ci fosse un domani per noi, vorrei che tu sapessi che io, adesso, vorrei guardarti negli occhi.
E dirti, senza tanti giri di parole, che ti amo.
martedì 11 maggio 2010
Il sonno disarma, toglie le difese, le maschere.
Ti tengo abbracciato a me e ti guardo mentre dormi.
Mi piaci.
Mi piace vederti dormire, mi piace sapere che ti fidi di me, mi piace essere custode del tuo sonno.
Mi piace sentirti così vicino e non solo fisicamente.
In questo momento i nostri cuori battono all'unisono.
E ti sento parte di me.
domenica 9 maggio 2010
Avrei voluto conoscerti da donna matura, equilibrata, serena.
Con un lavoro, con delle certezze.
Con un futuro programmato in tasca.
Invece ti ho incontrato ora che sono un disastro.
Ora che ho un mucchio di sogni in testa e niente di concreto in mano.
Ora che piango e rido da un minuto all'altro con la stessa facilità.
Ora che io stessa riesco a stento a sopportarmi.
Avrei voluto donarti la "me perfetta".
Invece sono perfettamente imperfetta.
Sei entrato nella mia vita all'improvviso e, forse, avrei potuto fingere.
Mostrarti il lato migliore di me per un pò, nasconderti i miei difetti e aspettare che il nostro sentimento si consolidasse.
Invece mi sono presentata nuda ai tuoi occhi.
Con le mie paure, le mie nevrosi, i miei isterismi.
Ormai sai che l'ansia è la mia miglior amica, che sono terrorizzata da tante cose, che ho bisogno di continue certezze.
Sai che sono rompipalle.
Permalosa.
Forse conosci di già tutti i miei difetti.
Ma sai anche che farei chilometri per un tuo abbraccio.
Che la tua presenza mi fa sentire viva.
E che il mio cuore batte per te.
Non ti chiedo di stare con me perchè mi hai ridato il sorriso.
Non ti chiedo di stare con me per aiutarmi adesso che faccio fatica.
Ti chiedo di stare con me perchè da quando ti conosco la mia giornata ha un senso diverso.
Ho capito cosa vuol dire essere una coppia.
Dividere la propria vita con un'altra persona.
Credere di poter creare un progetto comune.
Insieme.
Da quando ti conosco tutto quello che faccio avviene in una chiave diversa.
E in ogni mio gesto, in ogni mio discorso ci sei tu.
Ho paura, sono inesperta, faccio fatica.
Ma so che se mi tieni per mano, se non ti stanchi di parlarmi e di spiegarmi posso imparare.
Posso farcela.
Ti chiedo di essere per me il papà che aiuta la figlia ad andare in bici senza rotelle.
Non so ancora stare in equilibrio, cadrò mille volte.
Ma se ti sentirò vicino, se mi aiuterai a rialzarmi, se mi terrai per mano, non avrò paura a riprovarci. A rimontare in sella e riprendere il viaggio.
Ti chiedo di stare con me sapendo che sono a tratti insopportabile.
Ti chiedo di stare con me dopo averti mostrato ciò che di difficile, di turbolento, di pesante c'è in me.
Ora non ti resta che scoprire il bello.
Non ti resta che darmi la possibilità di donarti ogni giorno un pezzettino del mio cuore.
Di dedicarmi a te e di cercare di renderti felice.
Di regalarti ciò che di più prezioso ho.
Me stessa.
Avrei potuto cercare parole migliori.
Frasi ad effetto.
Avrei potuto cercare di sorprenderti.
Ma non sto vendendo un prodotto.
Le emozioni, i sentimenti si vivono.
Anche se, come noi, si fa di tutto per non dargli un nome.
Ma questa è la mia dichiarazione d'amore per te.
sabato 1 maggio 2010
Che ti travolgono, lasciandoti senza fiato.
Che ti colgono impreparato, togliendoti la possibilità di programmare.
La presunzione di gestire.
Ci sono emozioni a cui non riesci a dare un nome.
Perchè nessun nome ti sembra così bello, così puro, così pieno.
Ci sono emozioni che ti sorprendono, per intensità e rapidità.
Che ti sembrano troppo belle per essere vere.
Ci sono emozioni a cui anche la più razionale delle menti deve arrendersi.
Perchè quando il cuore parla, puoi solo fermarti ad ascoltare.
Ci sono istanti in cui la tua vita sembra fermarsi, per permettere a qualcuno di riprendere la corsa al tuo fianco.
Ci sono sorrisi e sguardi che si marchiano a fuoco nei tuoi ricordi.
Ci sono occhi che raccontano di un sentimento appena nato ma già forte.
Ci sono mani che si sfiorano. Che si uniscono. Dolci, delicate.
Ci sono coincidenze che cambiano la vita.
Che ti accompagnano in una dimensione in cui tutto ti sembra avere un senso.
E il mio senso sei tu.
mercoledì 28 aprile 2010
25 Aprile 2003 da P.
"quante persone e quante esperienze, giorno dopo giorno, hanno costruito e arricchito la tua vita, a partire dalla tua famiglia. E quante persone tu hai arricchito con la tua dolcezza e profondità d’animo, col tuo sorriso e la tua sensibilità. Io sono una di queste. E ancora una volta ti ringrazio per avermi donato la tua amicizia…”
25 Aprile 2007
A volte occorrono anni per affezionarsi ad una persona, altre volte non ci affezioniamo nemmeno in una vita!
Tu detieni un record: l’affezionamento più veloce!!
D’altronde come si potrebbe non voler bene ad una persona tenera, sorridente, dalla timidezza adorabile, dalla battuta facile (è ormai strafamoso il suo humour inglese), dalla grande capacità di trasmettere le sue emozioni, così altruista con gli altri così dura con se stessa!
UNA PERSONA BELLA COME POCHE ALTRE….INSOMMA ZIETTA SEI IN VIA D’ESTINZIONE!!
Ti ringrazio di essere entrata nella mia vita
Ti voglio bene.
Peppe
25 Aprile 2008
"…Io così materiale e ottuso da credere che un affetto potesse suggellarsi solo con un abbraccio… io che non avevo ancora conosciuto te!
…è proprio nella distanza, nell’eloquenza del silenzio che la nostra amicizia ha messo le sue radici più profonde…
Di te amo la tua granitica fragilità, il tuo poter piangere per una notte o un giorno intero, il tuo essere così fuori moda e fuori tempo –pacata e cortese come sei-, la tua sensibilità (che ti porta a chiedere “scusa” fino allo stritolamento maronico e “grazie” fino alla sincope), il tuo linguaggio pulito, la tua timidezza che maschera così bene la tua forza d’animo e il tuo coraggio di cui spesso non sei consapevole, il tuo essere così vulnerabile nonostante l’età.. ( !!!!! ndr )
Un anno fa vivevi attraverso le passioni altrui…la volta del tuo cielo non conteneva neanche la decima parte delle stelle che meritano i tuoi occhi azzurrissimi, le tue speranze erano disarmate, le paure e i desideri custoditi solo in te stessa, troppa la paura di consegnarli ad altri….
Non permettere MAI a NESSUNO di mettere in dubbio l’immenso valore di quello che sei…
Continua a vivere la vita con la cieca intensità che ti contraddistingue, perché se anche un giorno ti sembrerà di impazzire, quando le turbolenze saranno scappate via, nessuno sarà più
ricco di te.
…ci sono volte in cui vorrei assomigliarti, assaporare quel gusto agrodolce dell’incertezza che alle persone ferme come me è precluso…
Ti voglio bene zietta!"
25 Aprile 2010
Tesò (non posso che cominciare in questo modo) un altro anno è passato!!!
Gli obiettivi si avvicinano, non manca poi molto a toccarli concretamente con mano e al momento in cui piangeremo insieme per i risultati ottenuti. Intanto tu qualche obiettivo lo hai già messo in saccoccia: un equilibrio più saldo, una maggiore consapevolezza della persona che sei diventata e, pezzo di carta escluso, tu, mia cara zietta, quest'anno sei diventata un medico...perchè nonostante la mancanza di esperienza, hai già pienamente compreso che la malattia non è un evento biochimico che riguarda solo il paziente, che solo il paziente vive ma che la malattia è un evento da vivere col pz e attraverso il paziente: sei già uno dei migliori medici che io conosca.
Buon compleanno tesò, sei un pilastro portante nella mia vita, ti voglio un bene che a parole non può trovare descrizione, ti stimo come pochi. AUGURIIII TESOOOOOO.Peppe
domenica 25 aprile 2010
Grazie al mio papà e alla mia mamma, per essere sempre stati un punto di riferimento, per non avermi mai fatto mancare il loro appoggio, per essere stati porto sicuro nelle tempeste della vita. E soprattutto grazie, per avermi insegnato cos'è l'amore e cosa vuol dire creare una famiglia.
Grazie ai miei fratelli che hanno sempre avuto un'ammirazione particolare nei miei confronti.
Grazie a tutte le persone che hanno fatto e fanno parte della mia vita. Grazie a chi mi ha fatto piangere e a chi mi ha regalato sorrisi, a chi ha creduto in me e a chi mi ha remato contro.
Un grazie di cuore a tutti.
Per aver reso questi 27 anni indimenticabili.
mercoledì 21 aprile 2010
sabato 17 aprile 2010
Una lettera scritta con sofferenza, ma da cui trasuda speranza.
Speranza nella gioia del Risorto.
Speranza nell'amore di Dio.
Cari amici,
Credo sia urgente pregare perché nella Chiesa verità e santità si incontrino, non abbiano paura di unirsi e di entrare in una rinascita. Mi piacerebbe incontrare il Papa e, in una comunione fatta soprattutto di silenzio, vorrei dirgli il mio pensiero, il pensiero di tanti giovani che conosco. Intanto, cari amici, penso a noi, al dono particolare che il Signore ci ha fatto, a come tenerlo vivo. Vorrei che ognuno, nel bene come nel male, vivesse un abbandono fiducioso in Dio, perché la fede si rispecchia sempre e solo nei fatti e solo nei fatti diventiamo speranza. Se nei momenti difficili non veniamo meno alla fiducia nel Signore, verifichiamo la nostra fedeltà; quando invece prevale in noi “l’uomo vecchio”, ogni piccolo problema diventa un macigno.
Tutto quello che il Signore mi ha permesso di fare fino ad ora, l’ho fatto semplicemente da abbandonato, fedele a Lui in ogni momento, spesso anche con le lacrime agli occhi. La preghiera mi ha sempre dato respiro e forza: lentamente è cresciuta, è aumentato il tempo che le dedico e il modo di pregare. Mi sono sentito Suo e vorrei che anche voi, amici cari, poteste dire “io sono di Dio”.
Vorrei che questa lettera diventasse un nuovo patto, un patto di rinascita. In questi giorni un ragazzo ci ha detto: “Ho sempre pensato che la felicità fosse retorica, poi l’ho vista stampata negli occhi di tanti di voi”. Non dimentichiamo la grande responsabilità che abbiamo verso chi ci avvicina! Più passano gli anni e più mi rendo conto che intorno a noi ci sono tantissimi uomini e donne affamati di Dio. Uomini e donne che non riescono a tirare fuori questa nostalgia, questo desiderio, perché hanno avuto esperienze negative, perché sono scandalizzati, quasi nauseati dall'esempio di tanti credenti.
In questi giorni, ho letto un articolo che mi ha colpito. Parlava di un libro sulle confessioni anonime di un cardinale, convinto che la Chiesa stia camminando ormai verso la sua fine. Quell'articolo mi ha fatto pensare a questa epoca che stiamo vivendo: un tempo che sta portando alla luce un male che nemmeno immaginavamo. Penso agli scandali sulla pedofilia di alcuni esponenti del clero. Penso a quei bambini sacrificati sugli altari delle voglie più infami di uomini e donne. E non mi consola certo pensare che questi episodi avvengono anche in altri ambienti, in altre culture, in altre religioni. Nella Chiesa di Gesù non dovrebbero esserci. Punto. La Chiesa, noi cristiani, dobbiamo essere subito e per sempre vicini alle vittime.
Non siamo ingenui. Sappiamo che la Chiesa è sotto attacco da parte di lobbies che si prefiggono di distruggerla, lobbies che hanno nome e cognome. Inoltre per tante persone, per tanti leader di opinione, i fatti che stanno venendo alla luce sono “rassicuranti” e rafforzano pregiudizi antichi: “Ecco il solito Vaticano, ecco chi fa l'esatto contrario di quello che dice, ecco i soliti cristiani”.
Per me non è così. Gli scandali non mi fanno paura, rafforzano anzi questa speranza che non mi lascia: che ognuno di noi cresca nel desiderio di diventare santo. Desidero con tutto il cuore che la santità sia il nostro fine, la nostra meta, la nostra vita. Ognuno di noi, uno ad uno, è chiamato ad amare perdutamente Gesù, ad essere semplicemente un innamorato di Dio, radicato nel silenzio, nella preghiera, nei fatti. Solo così, potremo far capire a tutti che Dio esiste veramente, che la Chiesa è il suo Regno in terra e nessuno potrà distruggerla. Per fare questo, dobbiamo amare di più la nostra vocazione, dobbiamo difenderla non chiudendoci e arroccandoci, ma riempiendola di preghiera e di carità. Il nostro sì è come una piuma: può volare, raggiungere luoghi immensi, farsi trasportare da un amore più grande, ma deve stare attento a non farsi imprigionare dal fango.
Vorrei con tutto il cuore e con tutta la ragione che quando qualcuno di noi parla, avesse una tale credibilità da convincere chi ascolta. Solo la credibilità convince. Un ebreo ci avvicina? Nel suo diario spirituale dovrebbe annotare: “Ho imparato da un cristiano l’umiltà”. Un musulmano ci avvicina? Dovrebbe poter dire: “Ho capito che è assurdo vedere in un cattolico un infedele, ne ho conosciuto uno, l’ho visto parlare, l’ho visto vivere, crede veramente in Dio. Forse anche gli altri sono così”. Un non credente che non vuole più saperne di Dio ci incontra? Dovrebbe dire: “Ho incontrato un uomo, una donna di Dio. Non escludo nulla. Rimetto in discussione il mio non poter credere”. Un cristiano che incontra un cattolico, un protestante, un ortodosso dovrebbe dire: “Ho voglia di unità!”.
La sintesi della nostra fraternità è avvicinare l’uomo, la donna a Dio, non dimentichiamocelo. Questo dono non ce lo siamo sognati noi, è arrivato da Dio. Mettiamoci nei panni della gente che ha chiuso con la fede, qualsiasi fede, mettiamoci nei panni della gente qualunque. Cerchiamo con tutto noi stessi di capire le difficoltà che vive, gli inganni in cui è caduta. Io non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze, ma se non desidero che tutti incontrino Dio, non posso dire che sono innamorato di Lui. Io sono innamorato di Dio, veramente, con la testa e con il cuore. Mastico in continuazione la sua Parola, la “vedo” veramente e sarei un egoista a pensare che questo dono straordinario non sia per tutti.
Cari amici, ognuno di noi può essere una sfumatura di questo grande amore. C’è chi di noi è più puro, più disponibile, più paziente, ma l’amore unifica tutto. L'ho detto tante volte: oggi il mondo non si fa più domande perché spesso il bene non fa notizia. Televisione e giornali, per esempio, parlano dei preti pedofili, ma dimenticano la stragrande maggioranza dei sacerdoti che stanno dando la vita senza se e senza ma. Non bisogna scoraggiarsi: ognuno di noi può essere notizia di bene. Quando la gente incontra un cristiano, dovrebbe disarmarsi, far nascere la speranza, ricredersi. Dire con semplicità: “È possibile! È possibile essere buoni, disponibili, teneri, forti, impegnarsi per gli altri. I cristiani lo fanno!”. È questa la nuova evangelizzazione che il mondo aspetta. Una nuova evangelizzazione che può partire anche da noi. In questi giorni pasquali sono stato preso da qualche piccolo acciacco. Ho abitato con il dolore e ho sentito come una liberazione scrivere “La più bella notizia della storia”. Vi regalo dunque questa mia preghiera con l'augurio che ognuno faccia esperienza personale della speranza che viene da Gesù Risorto.
Gesù non è morto.
Gesù vive.
Poteva imprigionare
la sua morte nella tragedia
nella lamentazione nella maledizione.
Con la sua resurrezione invece
l’ha cambiata
nella più bella notizia
della storia dell’umanità.
Mi ha regalato il suo volto,
a me,
agli scartati,
ai senza speranza.
Ha dato a me,
proprio a me
la possibilità
di trasformare l’affamato
in un uomo pieno di dignità,
di liberare il prigioniero,
di visitare l’ammalato,
di accogliere il carcerato,
di consolare chi è stanco,
di incontrare lo straniero
perché si senta accolto.
Ho capito che
la mia resurrezione è nell’amore.
Se non amo
sono io l’affamato,
il prigioniero,
l’ammalato.
Se non amo sarò io
lo straniero per tutta la vita.
Gesù non è morto,
Gesù vive
e continua
ad avere
parole di vita
eterna.
Chi Lo segue
non può che amarlo
per tutta la vita,
senza interruzione.
Non può violare,
non può violentare,
non può uccidere,
nessuno!
Non può!
Non può
chi ama Lui
che dalla croce
guarda e chiede:
tu, mi ami?
Chi non Lo ama
ama se stesso,
si consuma,
ma per il proprio io.
È per questo Gesù
il mio sì,
è solo per Lui.
Il mio tempo è
preghiera,
il mio respiro
è preghiera.
Cari amici, credo veramente che il Signore voglia il nostro aiuto per rinnovare la Chiesa, perché sia sempre più suo segno; solo una Chiesa fedele al Vangelo può essere autorevole e indicare a tutti gli uomini la strada della giustizia. Sento un fuoco dentro di me, un fuoco che mi riempie d'amore per la Chiesa e mi fa vedere una nuova strada, un nuovo patto, un nuovo inizio, un nuovo risveglio che potrà portare vita e riportare ogni vita verso Dio.
Cari amici, per la prima volta invio questa lettera, riservata alla fraternità, anche alla clausura e ad alcune persone a me care. Sarei felice di ricevere qualche parola da tutti voi, per trovare insieme una via di rinascita. Vi voglio bene, ti voglio bene, vi benedico sentendomi indegnamente benedetto da ognuno di voi.
Ernesto Olivero
11 aprile 2010
mercoledì 14 aprile 2010
Come un flash.
Io che, quasi per gioco, ti dico "beato te che sei nella condizione di scegliere".
E il tuo sguardo serio, quasi severo.
Dritto negli occhi.
"Perchè tu no? su di te abbiamo investito le nostre speranze. Su di te ci sono le aspettative delle nostre famiglie."
E resto senza parole.
Quasi turbata.
E' davvero così?
martedì 13 aprile 2010
mercoledì 7 aprile 2010
sabato 3 aprile 2010
A tutti voi un augurio di Speranza nella gioia di Cristo Risorto.
venerdì 2 aprile 2010
Gesù guardami dalla croce.
Il tuo amore è la grazia che vince tutto
e apre i nostri cuori agli altri.
Senza di Te il mondo
sarebbe solo violento e vuoto
senza di Te l'odio degli uomini
non avrebbe ritorno.
Il tuo dolore Gesù
rivela sempre la misericordia del Padre
e perdona i nemici e tutto quello che noi
reputiamo impossibile.
Signore Gesù crediamo nell'amore
ma insegnaci ad amare come Te
e nel Tuo cuore trafitto
aiutaci a trovare il mistero della croce
e a compiere la volontà del Padre.
Ernesto Olivero
mercoledì 31 marzo 2010
Oggi per me è una giornata speciale. Da festeggiare.
Una vittoria importante che aspettavo da tanto, tantissimo tempo.
Eppure mi sembra quasi di non essere soddisfatta.
Di non esserne orgogliosa.
Forse perchè quando sei abituata ai temporali non fai caso al primo raggio di sole.
Torino oggi mi regala una giornata bellissima.
Ci sono ancora nubi all'orizzonte ma il vento che soffia forte scopre un cielo azzurrissimo.
Oggi il vento ripulisce anche l'aria dentro di me.
E' ora di crederci.
Di rinascere.
...e il mio sorriso è per te...
martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
domenica 28 marzo 2010
sabato 27 marzo 2010
La forza.
Il coraggio.
La caparbietà.
La grinta.
La determinazione.
Dentro di te c'è la chiave per ricominciare.
Per lottare.
Per essere felici.
E scopri che non c'è motivo per cui tu non debba sorridere alla vita.
Non c'è motivo per non sperare che possa ritornare il sereno.
E che il sole possa splendere anche dentro di te.
venerdì 26 marzo 2010
Solo per oggi.
Solo ora.
Ora che i fantasmi del passato bussano alla mia porta e ho paura.
Ora che il presente è pesante e il futuro sembra così lontano.
Stringimi a te.
Oggi che vorrei stare con la testa sotto il cuscino in attesa che torni a splendere il sole.
Che vorrei che il mondo fosse rassicurante come il tuo abbraccio.
Stringimi a te.
Stringimi forte.
Oggi che mi sento più fragile e insicura del solito.
mercoledì 24 marzo 2010
A volte fa paura sbagliare.
Prendere le decisioni.
Amare.
Persino essere felici.
A volte fa paura vivere.
Allora scegli di chiudere gli occhi.
Scegli di vivere una non-vita.
Scegli la felicità effimera che sembra darti una ragione di essere.
Scegli di non pensare.
Scegli di rifugiarti in un mondo che non ti chiede niente, ma che ti toglie la cosa più preziosa che hai. Te.
Ma oggi non sei da solo.
Oggi cammino accanto a te.
Ti porgo la mano.
Afferrala, quando ti sembra di non farcela ad andare avanti.
Stringila, quando hai paura.
Prendine il calore, quando ti senti solo.
Oggi metto il mio cuore accanto al tuo.
Perché possa battere per te quando il tuo sarà troppo affaticato.
Perché possano riscaldarsi a vicenda.
Perché possano dividere le preoccupazioni.
Cammineremo insieme.
E scoprirai la dolcezza di un abbraccio.
La forza di un'amicizia.
Scoprirai che tenere gli occhi aperti ti regala l'emozione di un tramonto o del sorriso di un bambino.
Scoprirai che nessun dolore è così pesante se accetti di dividerlo con gli altri.
E scoprirai il colore della vera vita.
Il sapore della vera vita.
E capirai che è la cosa più buona che tu abbia mai assaggiato.
martedì 23 marzo 2010
Ho il cervello in fiamme, i neuroni che lavorano a mille.
La mia mamma dice che ormai sono grande, che dovrei metter giudizio.
Mi sa che ha ragione!
Ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e realizzo che sto per compiere 27 anni.
Che dovrei essere ferma e risoluta nel raggiungere i miei obiettivi.
Lavoro, famiglia, figli.
Che dovrei essere matura.
Ma io mi sento un disastro!
Io sono quella che si butta a capofitto nelle situazioni -anche in quelle più assurde-, che si caccia sempre nei guai, che non riesce a vivere le cose con pacatezza, che non smette di aver fiducia negli altri.
Sono quella che sbatte la testa e si fa male, per poi risbatterla di nuovo...
A volte credo davvero che ci sia qualcosa di sbagliato in me!
Com'è possibile che io non riesca a star lontano dai guai? A fare scelte da persona matura?
Com'è possibile che io sia così tanto razionale e così tanto istintiva? che ami così tanto le certezze e così tanto gli imprevisti?
Chi mi è vicino dice che ho sempre bisogno dell'adrenalina a mille.
Forse è vero.
Forse perchè mi piace vivere con intensità.
Forse perchè mi piacciono le sfumature di colore.
Magari col tempo imparerò a gestire la vita con più moderazione, con più saggezza.
Per adesso cerco solo di contenere i danni.
Perchè il sapore della mia vita è quello agrodolce dell'incertezza.
E per adesso mi piace.
Anche se vuol dire essere confusa.
Anche se vuol dire sbatterci il muso e farsi male.
Perchè so che, alla fine di ogni giorno, avrò comunque trovato almeno un motivo per sorridere.
"Mi chiedo, a volte, che cosa ci porta a scegliere una vita piatta;
o meglio, non mi chiedo, contesto.
La risposta la so a memoria,
è stampata nella distanza e nella freddezza dei sorrisi,
nella debolezza degli abbracci,
nell'indifferenza dei "buongiorno" quasi sussurrati.
C’è troppa vigliaccheria e manca coraggio perfino per essere felici.
La passione brucia,
l'amore fa impazzire,
il desiderio tradisce.
Forse questi possono essere motivi
per scegliere tra allegria e dolore, sentire il niente,
ma non lo sono.
Se la virtù fosse proprio nei mezzi termini,
il mare non avrebbe onde,
i giorni sarebbero nuvolosi
e l'arcobaleno in toni di grigio.
Il niente non illumina, non ispira, non affligge, nè calma,
amplia solamente il vuoto che ognuno porta dentro di sè.
Non è che la fede muova le montagne,
nè che tutte le stelle siano raggiungibili,
per le cose che non possono essere cambiate ci resta solamente la pazienza,
però, preferire la sconfitta anticipata al dubbio della vittoria è sprecare l'opportunità di meritare.
Per gli errori esiste perdono;
per gli insuccessi, opportunità;
per gli amori impossibili, tempo.
A niente serve assediare un cuore vuoto o risparmiare l'anima.
Un romanzo la cui fine è istantanea o indolore non è un romanzo.
Non lasciare che la nostalgia soffochi,
che la routine ti abitui,
che la paura ti impedisca di tentare.
Dubita del destino e credi in te stesso.
Spreca più ore realizzando piuttosto che sognando,
facendo piuttosto che pianificando,
vivendo piuttosto che aspettando.
Perchè, mentre chi quasi muore è vivo,
chi quasi vive è già morto"
Luis Fernando Veríssimo
giovedì 18 marzo 2010
Una delle cose che più spesso mi viene chiesta è perchè ho scelto di fare il medico.
Non ho mai trovato una risposta precisa a questa domanda, perchè credo che la scelta sia venuta da sè con gli anni, sia nata e sia maturata con la mia storia.
Ho conosciuto la sofferenza sin da piccolissima, quando mio zio, missionario in Africa da più di 30 anni, mi raccontava le storie di bambini come me che vivevano una vita molto diversa dalla mia.
Già a 3 anni sapevo che lo scarto della mia cena di una sera era ciò che uno dei "bimbi dello zio" non avrebbe mangiato neanche in una settimana.
Sapevo che c'erano bambini come me che camminavano per chilometri per un pò di acqua -che dalle foto mi sembrava tanto quella delle pozzanghere-, mentre a me bastava aprire il rubinetto. Sapevo che ero fortunata ad avere un papà e una mamma che mi volevano bene, che si prendevano cura di me, che non mi facevano mancare niente.
Sin da piccola ho imparato che fuori dalla porta di casa mia c'era un mondo diverso, molto diverso dal mio.
Un mondo di fame, povertà, dolore.
Sono cresciuta con la sensibilità di chi non riesce a voltarsi dall'altra parte di fronte alla sofferenza.
Non sapevo bene come fare, ma volevo essere utile, volevo fare qualcosa.
Quando a 12-13 anni ho iniziato a frequentare la parrocchia del mio quartiere, ho capito che il disagio, la droga, l'abbandono sono miei vicini di casa.
Io che frequentavo le migliori scuole della città, studiavo musica, inglese, nuotavo, avevo come compagni di giochi ragazzini che sapevano come usare una pistola, che sapevano cosa vuol dire avere un papà in cassa integrazione o in carcere, cos'è l'alcol o la droga.
Ho imparato che la violenza è spesso l'urlo di chi cresce senza amore, che il dolore vissuto in solitudine può annientarti, che spesso la vita ti porta a gesti estremi.
Come quello di Gianluca, un mio amico.
Uno di quei ragazzi che a scuola è "un'istituzione", che è sempre circondato da amici, che ha sempre qualcuno con cui parlare.
Uno di quei ragazzi che credi non si possano mai sentire soli.
Invece si sentiva solo e ce ne siamo accorti il giorno in cui ha deciso che il peso della vita era troppo per lui e si è lanciato dal tetto della scuola.
Penso a Gianluca tutti i giorni.
Penso a lui che mi ha aperto gli occhi su un altro tipo di dolore, più subdolo, più sottile, più spaventoso di quello fisico.
Quello psicologico: la depressione, l'ansia, il panico,la solitudine.
Gianluca era circondato di persone ma non aveva nessuno con cui dividere i suoi pensieri.
Chissà quante volte ha chiesto aiuto e non ce ne siamo accorti, presi dai nostri impegni, protetti dalle giustificazioni dei nostri problemi. Chissà quanto grande era il suo dolore e quanto piccola fosse la nostra attenzione verso di lui.
La storia di Gianluca mi ha insegnato che spesso un urlo di dolore non fa rumore, che spesso passo intere giornate con persone che in realtà non conosco. "Perchè io ho la mia vita, i miei problemi. Non posso certo preoccuparmi di quelli degli altri..."
Ho capito così che volevo uscire dal mio recinto, dal mio egoismo e guardare gli altri negli occhi.
Ho deciso che avrei cercato di avere sempre 5 minuti per parlare, che avrei stretto mani e dato abbracci e che ci sarei stata per chiunque si fosse rivolto a me.
Perchè il dolore diviso in due pesa un pò meno.
Ho deciso di essere medico perchè ho vissuto la malattia quando ero bimba.
Ho vissuto il dolore, la paura, e nonostante i miei 7 anni avevo notato come nessuno di quei signori in camice bianco si fosse mai preoccupato di farmi una carezza.
Sono entrata la prima volta in reparto da studentessa con la consapevolezza che per me nessun paziente sarebbe stato il numero del letto o il nome della malattia.
Ho collezionato rimproveri su rimproveri dai miei superiori, perchè perdevo tempo a parlare con i malati.
"Perdevo tempo" a regalare un sorriso, a stringere una mano, a scambiare due chiacchiere.
Spesso nei miei tirocini venivo classificata come medico potenzialmente bravo ma non produttivo.
Perchè essere produttivi in medicina vuol dire visitare e curare il maggior numero di pazienti possibile nel minor tempo possibile.
Ma io non volevo questo.
Non volevo vivere così questo mestiere.
Non era questa che volevo essere.
Un bel giorno mi sono svegliata e ho deciso di non laurearmi più. Piuttosto che fare il mestiere che ho sempre amato e che sentivo "mio" in modo così diverso da come mi aspettavo, preferivo non laurearmi proprio.
Tutto quello in cui credevo e su cui avevo basato la mia vita mi sfuggiva di mano.
Ho pianto.
Mi sono disperata.
Ho conosciuto l'apatia e la depressione.
Ho conosciuto il dolore che ti toglie il respiro, la delusione, l'inadeguatezza.
Ho conosciuto il dolore che non riesci a confidare a nessuno, il dolore che ti porta anche a pensare a cose stupide, molto stupide.
Stavo male ed ero da sola, perchè nessuno dei miei colleghi aveva tempo da togliere alla galoppante ascesa nel mondo della medicina.
E io che ero rimasta indietro, forse non ero davvero all'altezza di questo mestiere.
Ho chiesto aiuto alla mia migliore amica, collega e medico.
Le ho parlato della sofferenza che mi stava logorando come si fa tra amiche, ma anche come si fa tra colleghi.
Da allora non l'ho più vista. Forse ha pensato che non fossi più "alla sua altezza". O che non avesse tempo da perdere con me.
Paradossalmente però, ora che sto bene, non ce l'ho con lei. Perchè a sua insaputa mi ha insegnato che genere di medico non voglio essere.
Non voglio scrivere articoli, andare ai congressi, essere famosa, se poi non riesco ad essere vicino a chi mi chiede aiuto.
Io voglio trovare il tempo di ascoltare.
Di stringere una mano.
Di dividere lacrime e sorrisi.
Sofferenze e speranze.
Io voglio esserci.
Proprio quando pensavo di aver toccato il fondo, ho conosciuto il Sermig (ndr per chi volesse sapere qualcosa di più, www.sermig.org).
L'Arsenale è diventato presto la mia seconda casa, perchè sono stata accolta con un sorriso, senza essere giudicata. E da allora ho ritrovato la pace.
All'Arsenale ho imparato che anche quando sembra di essere così piccoli, così vuoti, così inutili da non aver niente da dare, si può fare qualcosa per gli altri.
Anche nella sofferenza profonda si può dare speranza.
E il bene porta il bene.
Ricordo con un sorriso le facce sconvolte delle mie colleghe quando sapevano che io -futuro medico- trascorrevo interi pomeriggi a preparare i pasti o pulire i bagni dei senza tetto.
Io futuro medico, a fare cose così "umili" per gente che non avrei incontrato, che non avrebbe mai potuto esprimermi la propria riconoscenza.
All'Arsenale ho conosciuto la mia vera dimensione. La mia strada.
Ho imparato quanto è difficile aiutare, quanto a volte costa non ricevere neanche un grazie.
Ma ho capito che è ancora più bello riuscire a dare in maniera gratuita.
E il più delle volte, gli sguardi che incrociano il tuo, gli abbracci inaspettati, i sorrisi timidi, valgono più di mille parole.
Ho imparato che le mie mani, il mio cuore, il mio tempo, la mia professionalità se messe al servizio degli altri diventano lumini di speranza.
Spesso sento dire che "fare il medico è una missione". E' una frase che non sopporto!
E' vero, godiamo di un notevole riconoscimento sociale, che spesso e volentieri ci fa sentire "invincibili".
Ci occupiamo delle persone nel momento in cui sono più fragili, più indifese.
Ma solo questo non fa di noi persone migliori degli altri.
E questo non esonera gli altri dall'essere vicino alla sofferenza del parente, dell'amico, del vicino di casa. Ognuno in base alle competenze, all'esperienza, all'età.
I miei amici che si professano atei spesso mi chiedono: "Dov'era Dio durante il terremoto ad Haiti?".
E noi dov'eravamo? Ad Haiti si moriva di fame e malattie già prima del terremoto.
NOI dov'eravamo?
Dove siamo noi OGGI che 30 mila persone moriranno di fame?
La fame, la malattia, la droga, la violenza...
Dov'è Dio?
Cosa fa Dio?
Per me la risposta è questa: per il mio fratello che soffre, Dio ha fatto ME.
martedì 16 marzo 2010
E impari che...
tra tenere una mano e incatenare un'anima.
E impari che l'amore
non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
E inizi a imparare che i baci non sono contratti
e i doni non sono promesse.
E cominci ad accettare le tue sconfitte
a testa alta e con gli occhi aperti,
con la grazia di un adulto
non con il dolore di un bimbo.
E impari a costruire tutte le strade oggi,
perché il terreno di domani
è troppo incerto per affidarsi ad esso.
Dopo un po' impari che anche il sole scotta
se ne prendi troppo.
Perciò semina il tuo giardino
e decora la tua anima,
invece di aspettare
che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero crescere,
che puoi costruire oggi il tuo domani
e che sei veramente una persona forte..."
venerdì 12 marzo 2010
Stasera ne raccoglie una speciale.
Sono stata invitata a portare la mia testimonianza ad un gruppo di giovani.
La mia testimonianza di vita, di fede.
Di sofferenza, di speranza.
Il mio cuore batte ancora a mille.
Ne sono lusingata!
Non voglio preparare un discorso vero e proprio.
Lascerò parlare il mio cuore.
Lascerò che vengano fuori le mie emozioni, le mie paure, le mie speranze.
Racconterò di tutte le volte in cui sono caduta e mi sono sentita perduta.
Delle volte in cui si prova così tanto dolore da non riuscire a respirare.
Delle volte in cui la sofferenza attorno a te ti colpisce tanto che chiudi gli occhi per non vederla.
Ma soprattutto racconterò della mano che ti aiuta a rialzarti.
Degli abbracci e dei sorrisi inaspettati.
Di chi divide con te il peso della tua sofferenza.
E di quanto la vita sia bella quando metti da parte un pò del tuo egoismo e decidi di viverla con gli altri.
A voi tutti, amici bloggers, chiedo una preghiera e un pensiero per me.
mercoledì 10 marzo 2010
Ho gli occhi lucidi e sono pronta ad esplodere.
Sono pronta a sfogare la tristezza, l'ansia, la delusione, le aspettative, le attenzioni non ripagate, l' affetto non ricambiato di questi ultimi mesi.
Vorrei sfogarmi nella stretta di braccia amiche e sentirmi accolta, protetta.
Vorrei un abbraccio.
Vorrei sentire il calore, il battito del cuore, il ritmo del respiro...
Vorrei solo, per un momento, non essere sola...
per sostenere chi non può camminare.
Vorrei che questo cuore
che esplode in sentimenti
diventasse culla per chi non ha più madre.
Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo.
Cuore, prendi questo mio cuore,
fa’ che si spalanchi al mondo,
germogliando per quegli occhi
che non sanno piangere più..."
martedì 9 marzo 2010
lunedì 8 marzo 2010
Perchè era stata istituita, la condizione della donna nell'ottocento e nel primo novecento, il perchè della mimosa...
Poi, già ai tempi del liceo, ricordo alcune mie compagne "inorridire" -in un impeto post femminista- al pensiero dell'8 marzo.
A chi serve una festa per la donna, quando la donna si dovrebbe festeggiare tutti i giorni?
A che serve una festa che "ricalca" la differenza con l'uomo?
Probabilmente, non a me.
Io sono cresciuta in una famiglia che non mi ha mai "discriminata".
Ho scelto dove e cosa studiare.
Scelgo come vestirmi, cosa fare o non fare, chi frequentare.
Prendo le mie decisioni in autonomia, senza che nessuno metta in dubbio la mia intelligenza.
Sono apprezzata per il mio lavoro e le mie attività.
Quindi, per me, che senso ha un augurio e una mimosa oggi?
Poi penso alla mia sorella ghanese, che conosce l'atrocità dell'infibulazione.
Alla mia sorella nigeriana, che è stata così tanto umiliata fisicamente ed affettivamente, che fa fatica a credere che si possa voler bene senza dover per forza dare qualcosa in cambio.
Penso alla mia sorella keniana, che è solo un utero da cui far nascere il maggior numero di figli possibili.
Alla mia sorella afgana o irachena, che è disprezzata nella sua intelligenza e nella sua femminilità.
Alla mia sorella che conosce la fame e la malattia per sè e per i suoi bimbi, senza poter far altro che aspettare la morte.
Penso alle mie sorelle che non hanno un posto accogliente e sereno dove vivere.
Che conoscono il dolore della violenza sessuale e fisica.
Che non hanno gli stessi diritti e riconoscimenti lavorativi dei colleghi uomini.
Che devono mettere da parte il desiderio di maternità per non perdere il lavoro.
Che sono prigioniere tra le mura domestiche.
Che sono umiliate, disprezzate solo per il fatto di essere donne, e a cui viene negata la dignità di essere donna.
Per me e il mio ristrettissimo mondo questa festa potrebbe anche essere inutile.
Ma non lo è perchè serve ad aprire gli occhi, a guardarsi intorno...
Anche io vorrei che non ci fosse più la festa della donna.
Perchè vorrebbe dire vivere in un mondo senza discriminazioni sessuali.
Un mondo in cui ogni donna possa studiare e sfruttare la propria intelligenza.
In cui l'uomo e la donna abbiano pari possibilità lavorative.
Un mondo in cui ogni donna possa vestirsi e comportarsi come crede senza essere giudicata nella sua sessualità.
Possa essere pienamente padrona della sua femminilità e della sua sensualità.
Un mondo in cui ogni donna possa essere semplicemente se stessa.
La mia mimosa oggi non è un fiore giallo, ma un pensiero per ogni mia sorella nel mondo.
Lettera alle donne
Giovanni Paolo II
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani
venerdì 5 marzo 2010
Quando mi piace una canzone, la ascolto fino alla noia.
Sempre la stessa.
Di continuo.
Per giorni interi.
Fino a mettere a dura prova la pazienza di chi mi è vicino.
Poi, finito quest'ascolto morboso, si ricomincia con un'altra canzone.
E così, inevitabilmente, ognuna finisce per essere simbolo di un particolare periodo o stato d'animo.
C'è la canzone dei miei primi mesi lontana da casa.
Della prima volta in reparto.
Dell'esame di chirurgia o di quello di dermatologia.
Quella dei primi giorni delle mie storie d'amore...
E ogni volta che per caso mi capita di risentirle, vengo nuovamente travolta da quelle emozioni.
E riviverle di nuovo è -forse- ancora più bello.
E poi...
Poi, c'è questa canzone.
La canzone a cui sono più legata in assoluto.
La canzone del momento più buio della mia vita.
Di quando tocchi il fondo e puoi solo risalire, sperando che l'impatto non ti abbia danneggiato per sempre.
Sperando che la vita ti conceda una seconda possibilità.
...I hardly recognized the girl you are today
And god i hope it's not too late...
E -paradossalmente- è anche la canzone della mia rinascita.
Del momento in cui, ancora in lacrime, ancora ferita, senza sapere di preciso cosa fare, decidi comunque di provare a rialzarti.
E c'è qualcuno che decide di essere con te.
Di tenderti la mano.
Di non lasciarti sola.
...'Cause you are not alone
And i am there with you
And we'll get lost together
Till the light comes pouring through...
E -prima o poi- la luce arriva...
martedì 2 marzo 2010
Ti tenevi il pancione, in preda ai dolori e mi fissavi impaurita.
Avevo davanti una donna con lo sguardo di bimba.
Ho cercato di nasconderti la mia ansia da "quasi" medico inesperto.
Ti ho abbracciato, ti ho coccolato e parlato a lungo.
E mi si è stretto il cuore quando nel tuo italiano stentato mi hai chiesto se fa male quando nasce un bimbo.
Sei mamma, ma sei così piccola che forse non sai neanche cosa vuol dire esserlo.
Stai per partorire e non sai neanche se fa male.
Ho provato a spiegartelo in parole semplici, con dolcezza, senza spaventarti.
E in quel momento mi è tornato in mente che non so neanche se il tuo bimbo è frutto d'amore.
Mi sembri così indifesa.
E io così impotente.
Poi sono ritornata alla vita di tutti i giorni.
Ai mie impegni, alle mie preoccupazioni, ad affannarmi per cose più o meno importanti.
Ma non riesco a togliere dalla mente il tuo sguardo.
Chissà quante ragazze ci sono come te.
Chissà in quante stanotte hanno avuto paura.
E io non ho potuto fare niente per te se non parlarti e accarezzare il tuo pancione.
E dividere con te la tua paura.
Chissà se qualcun'altro stanotte ha trovato una mano amica.
Un abbraccio.
Una parola di conforto.
E mi sento così piccola...
...e se sei persa
in qualche fredda terra straniera
ti mando una ninnananna
per sentirti più vicina...
lunedì 1 marzo 2010
Ho deciso di eliminarlo perchè -a volte- le parole sono superflue.
Perchè ogni cosa dovrebbe essere meritata.
Anche l'affetto.
Anche un ricordo.
Ogni cosa ha valore.
Un sorriso, una risata, una telefonata, un consiglio.
Ogni cosa di valore è un dono.
E, come tale, deve essere apprezzata.
Ogni cosa ha valore.
Anche il silenzio.
E chi non capisce cosa nasconde il tuo silenzio, non può considerarsi realmente tuo amico.
Ho ricevuto questo premio dal blog di Max http://max-blogdimax.blogspot.com/ e lo rigiro a tutti i miei lettori.
Tutti voi che mi seguite con affetto, con pazienza e con costanza.
Tutti voi che non mi fate mai mancare il vostro sostegno e i vostri consigli.
A tutti, grazie di cuore!
domenica 28 febbraio 2010
venerdì 26 febbraio 2010
martedì 23 febbraio 2010
domenica 21 febbraio 2010
sabato 20 febbraio 2010
"Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia. Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà. Gli addii camuffati da arrivederci li considero le perfidie peggiori. In realtà tagliano proprio le gambe ad ogni possibile ritorno, rassomigliano ai falsi addii delle marionette, quelle addestrate a recitare tutte le sere davanti a un pubblico diverso ma per loro indistinto e sempre uguale, eterni burattini che se ne vanno con nelle orecchie di legno gli applausi dell'ultimo "bis" che si confonderanno con quelli di benvenuto del prossimo paese dove domani sera replicheranno lo spettacolo. Mettere un punto non è abbassare il sipario e nemmeno cambiare copione. E' semplicemente interrompere la recita e uscire di scena. Non finire la battuta; osare, interromperla con un punto assurdo, e scontentare il pubblico, l'impresario e perfino te stesso, perché recitare il tuo ruolo ti piaceva, eccome se ti piaceva, era "come se"... Ma vivere tutto "come se " è un danno. Lo conosco e me lo sono procurato cento volte. Ci sono coppie immobili, che per paura dell'abbandono, sono avvinghiate con il filo spinato del "come se", come se… si amassero ancora. Ci sono occasioni perdute sul lavoro, per il terrore di trasferirsi in un'altra città o semplicemente di cambiare azienda o mansioni o colleghi, in cui il "come se "è la scusa consolatoria a cui aggrapparsi per non mettersi a rischio. Le sirene della felicità, spesso, infondono più sgomento delle catene di un'esistenza mediocre. Allora facciamo come se il nostro vecchio lavoro fosse ritornato appagante, come se l'invidia del collega fosse una carezza, come se lo stipendio non ci dispiaccia più e ci convinciamo che quella promozione sempre promessa e mai mantenuta, in fondo in fondo ci lascia più liberi di vivere. Ma non appena è passata la "minaccia" di un'offerta di lavoro migliore, la "iattura" del colpo di fortuna, o quella altrettanto pericolosa di un nuovo amore, allora ricominciamo a lamentarci, di nuovo come se non fossimo stati solo noi a perdere il treno, e malediciamo chiunque, dalle Ferrovie dello Stato, agli extracomunitari, al nostro stipendio di merda, moglie, suocera e cane del vicino che-quello-chi sa- che cazzo-gli mette- nel pappone-per farlo latrare apposta- alle tre di notte- e rovinarmi l'esistenza.No, questa volta no, per favore... Avevamo tutti bisogno di un rapporto felice...."
Io, questa volta, metto punto.
Ma giro anche pagina.
giovedì 18 febbraio 2010
Oggi più che mai penso che Lassù ci sia Qualcuno che mi vuole davvero bene...
martedì 16 febbraio 2010
Ci sono momenti in cui mi sento forte.
Serena.
Consapevole che era la soluzione giusta.
E poi...
...poi ci sono momenti come questi.
In cui sento una tenerezza assoluta e un tuffo al cuore.
In cui rileggo i primi sms e riavvolgo il nastro dei nostri incontri.
Momenti come questo.
Durante la cena, ricordo i piatti preparati per te.
Le chiacchiere e poi ogni tanto quella frase "dai avvicinati...stai vicino a me... "
E sento di volerti bene.
E penso che -comunque- esistono varie forme d'affetto.
Varie forme d'amore.
E non tutti sono destinati a stare insieme, pur volendosi bene.
Il resto non lo so.
So solo che pensarti mi riempe di dolcezza.
So solo che ti voglio bene.
Pur non sentendoti sempre.
Pur non essendo la tua compagna.
Ti voglio bene e basta.
La violenza di un confronto crudo.
Duro.
Da adulti.
La sensazione di essere con le spalle al muro, di avere la realtà sbattuta in faccia.
La voglia di piangere e le lacrime ricacciate nell'angolino più nascosto.
E piano piano scopro che alla base di tutto, c'è solo fiducia e stima da chi non mi aspettavo.
Un rispetto e una stima che mi fanno bruciare di orgoglio.
Di gioia.
E il cuore batte all'impazzata di fronte al futuro, alle promesse lavorative.
Forse sono davvero davvero fortunata.
Perchè sono circondata da persone che mi stimano e mi vogliono bene.
E forse, neanche me ne accorgo.
lunedì 15 febbraio 2010
domenica 14 febbraio 2010
Perché qui continua a piovere e io sto ancora aspettando che passi un pensiero diverso da te..."
Mi sento bloccata, confusa.
E l'idea di sedermi e mettere ordine nei pensieri per tirar fuori qualcosa di sensato mi turba.
Sono giorni "strani", in cui mi sento quasi sospesa.
Sto per prendere una grossa decisione, che riguarda me e -di riflesso- chi ha a che fare con me.
Tra qualche mese compirò 27 anni.
Età che fin da bambina consideravo speciale.
Età che mi sa di donna.
Voglio che questo sia un anno speciale per me.
E voglio che accanto a me ci siano persone che mi rendano speciale.
Sono stanca di spendere energie per cose prive di importanza.
Per persone che non contribuiscono alla mia crescita.
Il 27 è per me simbolo di rivoluzione.
Di completezza.
Di autonomia.
Di vita.
Oggi è san Valentino.
Festa che -tra l'altro- non ho mai festeggiato.
Oggi mi fermavo a guardare le orchidee.
Ho sempre desiderato che me ne regalassero una.
Ho sempre desiderato un peluche, piuttosto che un cioccolatino.
Oggi penso che l'unica persona con cui posso festeggiare è la persona che più mi vuole bene.
Me stessa.
A me stessa devo rispetto ed affetto.
A me stessa devo la rinascita.
A me stessa devo la soddisfazione e l'orgoglio di sentirmi realizzata.
A me stessa devo il più grande regalo.
Spostare il baricentro.
mercoledì 10 febbraio 2010
Ogni guerriero della luce ha tradito e mentito in passato.
Ogni guerriero della luce ha imboccato un cammino che non era il suo.
Ogni guerriero della luce ha sofferto per cose prive di importanza.
Ogni guerriero della luce ha pensato di non essere un guerriero della luce.
Ogni guerriero della luce ha mancato ai suoi doveri spirituali.
Ogni guerriero della luce ha detto "si" quando avrebbe voluto dire "no".
Ogni guerriero della luce ha ferito qualcuno che amava.
Perciò è un guerriero della luce: perchè ha passato queste esperienze, e non ha perduto la speranza di essere migliore.
martedì 9 febbraio 2010
Io, lo zio, e...Patrizia!
Una canzone che mi ricorda l'infanzia e a cui mi sento particolarmente legata.
Mi rivedo con i boccoli e gli occhioni curiosi fissare mio zio che impazziva per queste parole.
Parole che non capivo.
Mi rivedo a chiedergli, con l'ingenuità dei miei 7 anni, come potesse piacergli una canzone che aveva il nome di un'altra e non della sua ragazza.
Mi ricordo il suo sorriso e la promessa che un giorno avrei capito.
Ora che di anni ne ho quasi 20 in più e che ho scoperto qualche faccia in più dell'amore, riapprezzo quella canzone.
E non posso far altro che dare ragione a mio zio.
Perchè quelle parole sono poesia.
Quelle parole sono amore.
Zietto, mi sa che avevi ragione.
Adesso capisco.
Mi sa che sono proprio diventata donna.
Hai il cuore pulito
come appena nevicato,
ma caldo e forte
come un cavallo imbizzarrito
che ti fa capace di arrabbiarti
poi subito di calmarti
e che di amarmi
non ha mai dubitato.
E amo il tuo sapore
di fragole e di panna
d'estate, d'erba appena calpestata.
Ti amo perché sei solare.
perché ti so capire,
ti amo per come mi ami tu,
io ti amo per come mi ami tu.
Hai gli occhi verdi come il mare
di un atollo tropicale
aperti come il cielo delle praterie,
occhi senza male
che non san nasconder niente
nemmeno quanto tu sia intelligente.
E amo il tuo sapore
di fragole e di panna
d'estate, d'erba appena calpestata
Ti amo perché sei solare,
perché ti so toccare,
ti amo per come mi ami tu
io ti amo per come mi ami tu
io ti amo per come mi ami tu.
Ti amo perché sei una donna,
ma anche un vero uomo,
un'amica, un socio,
a volte un maggiordomo,
perché giochi tutti i ruoli
ma ti piaci in uno solo,
quello di donna
con vicino il suo uomo.
E amo il tuo sapore
di fragole e di panna
d'estate, d'erba appena calpestata.
Ti amo perché sei solare,
perché sai far l'amore,
ti amo per come mi ami tu,
io ti amo per come mi ami tu,
io ti amo per come mi ami tu
@ l'amico blogger Max
questa volta ho messo il titolo, così non ti faccio tribolare per capire ;-)
Non è una dichiarazione, non sono innamorata...è solo un ricordo d'infanzia! ;-)
lunedì 8 febbraio 2010
L'ho custodito, l'ho protetto.
L'ho difeso. Ci ho creduto.
Ho cercato in tutti i modi di mantenerlo integro.
Ma oggi scopro qualche crepa.
Crepe che forse c'erano dall'inizio,
ma che non volevo vedere.
Adesso apro gli occhi e sono lì.
E mi accorgo di non farcela da sola.
Non riesco più da sola ad evitare che si rompa.
Ti prego, aiutami.
sabato 6 febbraio 2010
venerdì 5 febbraio 2010
Non riesco a dare un nome a quello che sento oggi.
Vorrei essere lì con te.
Abbracciarti.
Tenerti per mano.
Piangere con te.
Pregare con te.
Vorrei riuscire a farti sentire il mio affetto,
la mia vicinanza.
Vorrei che non ti sentissi solo.
Ma l'unica cosa che posso fare è scriverti sms che mi sembrano inutili e banali.
L'unica cosa che posso fare è pensarti, accarezzarti idealmente...
Scopro così quanto tengo a te.
Scopro quanto mi costi non poter condividere di persona il tuo dolore.
Oggi le tue lacrime sono le mie lacrime.
E sono lacrime di dolore, come le tue.
Ma sono anche lacrime di dispiacere, di delusione.
Perchè vorrei non essere banale...
...ma non posso far altro che essere banale...
giovedì 4 febbraio 2010
martedì 2 febbraio 2010
lunedì 1 febbraio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
Senza post.
Senza ispirazione, senza niente da trasmettere.
Poi, poco fa, arriva una sorpresa...
Una mail di un'amica che non sentivo da un pò.
Un'amica che mi ha scritto quotidianamente per diverso tempo.
Che ha sempre avuto dolcissime parole di sostegno per me.
Rileggerla è stata una boccata d'ossigeno.
Perchè le tue parole, cara blogger ombra, sono carezze per la mia anima.
Spesso apro il blog e scrivo, mi sfogo, mi arrabbio, gioisco.
Scrivo tra le lacrime o con gli occhi ancora sognanti.
Scrivo quello che sento, più che quello che penso.
Mi metto a nudo, senza paura di sembrare fragile, immatura, sognatrice, idealista, passionale...
Poi leggo i vostri commenti, cari bloggers, e mi commuovo!
Sapere che riesco a trasmettervi emozioni, che vi appassionate alla mia vita, alle mie esperienze, che mi seguite con affetto, mi riempie di gioia!
Sapere che in qualche modo, strappando un sorriso, facendo riflettere, accendendo una speranza, posso essere utile a qualcuno, mi lusinga.
A voi tutti dedico un pensiero speciale.
In voi vedo compagni di avventura.
In voi vedo i supporters ai lati delle strade che incitano i ciclisti durante le tappe di montagna.
A te, cara blogger ombra, ricambio quella carezza sul cuore che ha alleviato le mie fatiche in questi mesi.
A tutti voi, grazie
giovedì 28 gennaio 2010
Dall'amico blogger Max
Da "Il gabbiano Jonathan Livingston"
mercoledì 27 gennaio 2010
E ti arrabbieresti.
Perchè i miei occhioni azzurri sono pieni di lacrime.
Lacrime che non riesco a fermare.
Lacrime che scendono ininterrotte da oggi pomeriggio.
Diresti che sono scema, che piango troppo facilmente e che non devo stare male per te.
Piango e non so di preciso perchè.
Piango con te, perchè sono vicina alla tua sofferenza.
Piango di delusione, perchè avrei voluto essere lì adesso.
Piango di amarezza, perchè avrei dovuto seguire il mio istinto.
Piango di dolore, perchè alcune tue parole mi feriscono.
Piango di rabbia, perchè non ci siamo capiti.
Piango di tristezza, perchè quando vuoi bene a qualcuno diventi più vulnerabile.
E io ti voglio bene!
Più di quanto tu probabilmente riesci ad immaginare.
Forse te ne accorgi ogni tanto quando siamo insieme.
Quando leggi dentro ai miei occhi l'affetto per te.
Piango perchè mi torna in mente il nostro ultimo incontro.
Riesco ancora a sentire il calore delle tue mani.
Riesco a sentire il tocco delle tue mani che stringono le mie per tutta la notte.
Riesco a vedere il tuo sguardo dolce.
E mi manchi.
Mi manca riuscire a spiegarti che ti voglio bene.
Così tanto da voler bene a chiunque e a qualunque cosa abbia a che fare con te.
Così tanto da aver voglia di avvicinarmi al tuo mondo per me sconosciuto.
Così tanto da accontentarmi di vederti poco, pur di vederti.
...E mi frullano in testa le tue parole di venerdì...
Guardami negli occhi.
Guardami negli occhi e fidati di me.
Guardami negli occhi e permettimi di volerti bene.
Guardami negli occhi e perditi nel mio affetto.
Guardami negli occhi e prova a volermi bene.
Guardami negli occhi. Poi decidi se avere paura....
lunedì 25 gennaio 2010
E', invece, un post di fatica, forse un pò di delusione.
Per quanto ci abbia provato, non è ancora il mio momento.
Forse devo trascorrere ancora gli ultimi scampoli di tempo nel limbo, in attesa della rinascita completa.
Questo è il momento del silenzio.
domenica 24 gennaio 2010
Mi sento un bambino il primo giorno di scuola.
Una mamma al primo parto.
Uno scalatore inesperto di fronte un percorso impervio.
Mi sento spaesata.
Insicura.
Piccola piccola, di fronte a qualcosa più grande di me.
Volgo lo sguardo a Te.
Guidami.
Aiutami.
Tienimi per mano.
...nel Tuo sguardo, la mia speranza...
PREGHIERA A MARIA MADRE DEI GIOVANI
donata al Sermig da Giovanni Paolo II
Maria è dai giovani che
parte il futuro,i giovani possono
prendere il buono del
passato e renderlo
presente,nei giovani sono
seminati la santità,
l'intraprendenza, il coraggio,
Maria Madre dei Giovani
coprili con il Tuo manto,
difendili, proteggili dal
male, affidali a Tuo
Figlio Gesù, e poi mandali a dare
speranza al mondo.
Giovanni Paolo II
sabato 23 gennaio 2010
Vorrei cercare di riordinarle, di scrivere con chiarezza, di aspettare che "sedimentino".
Ma voglio scrivere adesso, con il cuore ancora in gola, con l'emozione negli occhi, con il turbinio di quello che è stato ieri sera...
Sarà un post "sui generis"...forse un post che non dirà niente ai più...
Ma è un post scritto nell'immediatezza.
Quasi nella paura che quello che ho nel cuore e negli occhi possa sfuggirmi.
Quasi ad immortalare la gioia di condividere con te uno dei miei sogni.
Quasi a fissare nella mente e nel cuore il tuo sguardo, la carezza sulla fronte e la dolcezza di dormire nel tuo abbraccio.
Con te piango e rido.
Soffro e sono felice.
Ho paura e spero.
Non ho certezze, ma vorrei averle...
Di due cose sono sicura.
E' stato bello riprendere in mano il vecchio mazzo di carte sabato scorso.
E, soprattutto, ti voglio bene.